Gli addetti alle SEO hanno a disposizione diverse tecniche per raggiungere il posizionamento desiderato: le “black hat SEO” e le “white hat SEO”.
Le “white SEO” possono essere anche definite come un “SEO etico” e raggruppano tutte quelle tecniche di SEO che seguono completamente le regole e le politiche dei motori ricerca.
Come si può immaginare, le “black hat SEO” stanno dalla parte diametralmente opposta della “white hat SEO” e costituiscono il lato oscuro del posizionamento (non a caso il termine -black hat- è un richiamo ai film western, in cui il cattivo era colui che indossava il cappello nero).
Chi utilizza tecniche “black hat SEO” è quindi un esperto di posizionamento che si avvale di tecniche illecite, tentando di imbrogliare e far cadere in errore gli spider dei motori di ricerca che scansionano la rete.
Le pagine in cui sono state utilizzate queste tecniche, oltre a risulterare valide per gli algoritmi ma di bassa qualità per gli utenti, avranno vita breve: sebbene queste pratiche possono risultare efficaci nel breve periodo, a lungo termine, e soprattutto dopo gli ultimi aggiornamenti degli algoritmi di Google, se scoperti, si viene pesantemente penalizzati se non addirittura eliminati dagli indici dei motori di ricerca.